26 寄明月 裸舞
Due donne
Il giovane medico mi tallonò fino al capezzale di Jasmìne, trattandomi come se fossi un fragile vaso di porcellana. Sentivo la punta delle sue dita sfiorarmi il braccio con una delicatezza che finì per irritarmi. Mi guidava e insieme mi teneva incollato, dandomi la sensazione di avere un insetto vischioso che mi camminava addosso. Non dissi niente, sperando che una volta nella stanza ci avrebbe lasciati soli.
«Può parlare?» domandai.
«Certo che può parlare», rispose.
Spalancò la porta e mi introdusse nella camera. Rimase sulla soglia e guardandomi di traverso disse: «Le concedo dieci minuti. La paziente non deve stancarsi.» Al mio cenno di assenso richiuse la porta e sparì. Avvertii il forte odore di medicinali che impregnava l'aria, del quale nelle visite precedenti non mi ero accorto.
Jasmìne, investita dal tripudio di luce che irrompeva dall'ampia vetrata della finestra, teneva gli occhi aperti e mi guardava, le braccia immobili distese lungo il corpo. Il candore del lenzuolo, ravvivato dal riverbero del sole di mezzogiorno, faceva le lunghe braccia magre ancora più scure. Dietro la schiena le avevano sistemato due cuscini che la tenevano leggermente sollevata. Taceva e continuava a fissarmi, quasi volesse strapparmi un segreto.
Afferrai una sedia di metallo e mi sistemai al suo fianco.
«Ciao, Jasmìne», sussurrai.
Rispose sbattendo le palpebre e accennando un sorriso. Mi aveva riconosciuto.
«È tutto finito», aggiunsi. «I medici dicono che tornerai quella di prima.»
Sorrise ancora, socchiudendo le labbra e lasciando trasparire i denti, regolari e bianchi come neve. Il suo viso esprimeva perplessità e felicità, come quello di un bambino che, dopo una brutta avventura, si ritrovi in braccio ai genitori. Lei era orfana, non aveva un padre e una madre che potessero consolarla, ma in un colpo solo aveva fatto rinculare la morte e riguadagnato l'integrità delle proprie funzioni.
«Ho appena concluso una strana indagine», aggiunsi. «In tasca mi è rimasto un assegno di quarantamila euro con cui potrai cominciare da capo. Adesso non devi più avere paura.»
Sorrise per la terza volta, ma continuava a tacere. Temetti che parlare le riuscisse difficile.
Allungai la mano la posai leggera sopra la sua, emulo del tocco da pianista del giovane medico che mi aveva accompagnato. Jasmìne lasciò correre lo sguardo verso il basso, sulle nostre mani, poi lo sollevò fino a incontrare i miei occhi. I suoi, adombrati dalle lunghe ciglia nere, brillavano, rivelando un confuso tumulto di sentimenti. Forse esprimevano gratitudine, o affetto, o piuttosto solo incredulità.
«È stata davvero un'indagine strana», continuai. «Vuoi che ti racconti?»
Annuì sbattendo le palpebre e muovendo appena la testa, costretta dal bendaggio che avvolgeva il capo e il collo.
«Un tedesco mi ha affidato l'incarico di ritrovare suo fratello», dissi. «Il padre era un ufficiale della Wermacht e fu ucciso durante la guerra. Ebbe una relazione con una giovane italiana che rimase incinta e, dopo avere partorito, abbandonò il figlio. Il mio cliente è cresciuto a Colonia, nella casa degli zii paterni. Dopo la liberazione dell'Italia sua madre si è sposata con il fidanzato, un partigiano molto coraggioso, e dal matrimonio è nato un secondo figlio. Il tedesco mi ha dato quarantamila euro per scoprire chi fosse.»
«E tu?» riuscì a chiedere con uno sforzo.
«Ho fatto il mio lavoro e l'ho trovato», risposi.
«Come sempre», disse sorridendo ancora, con una punta di ironia.
La voce usciva con fatica, leggermente strascicata e rauca. Pareva avere difficoltà ad articolare i suoni, anche se la sua pronuncia francese restava inconfondibile.
Chiese da bere. Sul comodino c'erano una bottiglia di acqua minerale e un bicchiere vuoto. Versai l'acqua e le portai il bicchiere alle labbra, con delicatezza. Bevve qualche sorso e con la mano mi fece segno che bastava così. Mentre con il fazzoletto le asciugavo la bocca e il mento chiese: «Perché lo cercava, dopo tanto tempo?»
«Voleva vendicarsi. È molto malato e, prima di morire, si è fatto un punto d'onore di ripagare il fratellastro del male che ha subito.» Rimasi in silenzio per qualche secondo, poi aggiunsi: «Anche se ho l'impressione che adesso veda le cose in un altro modo. Quando se n'è andato mi è sembrato pieno di confusione e, forse, alla rabbia si sono sostituiti rimorsi e rimpianti.»
Mi scrutò e la sua espressione si fece preoccupata. «E tu?» ripeté.
«Io cosa?»
«Come stai?»
«Sto bene», risposi poco convinto.
«Così hai scoperto di avere un fratello», disse a bruciapelo.
Quella frase mi lasciò senza parole. «Come…?»
Prese fiato e si sforzò di spiegare: «Sei stato tu a parlare di indagine strana. E poi quarantamila euro sono troppi. Noi puttane siamo pratiche di tariffe.»
«Davvero era così facile?» chiesi tra sorpreso e divertito.
«Basci», concluse con un sorriso dolce, caldo, dove palpitava una smisurata tenerezza. «Dovresti vederti che faccia hai.»
Chiuse gli occhi e tirò un respiro profondo. Il medico aveva ragione, parlare la stancava. Rimanemmo così per qualche tempo, vicini, tranquilli, senza dire una parola.
A un certo punto ruppe il silenzio e domandò: «Come si chiamava?»
«Il tedesco?»
«Tua madre.» 寄明月 裸舞
«Tilde», mi uscì detto senza pensare. Quella risposta mi sorprese. Per me lei era sempre stata Anna.
«Anche lei era una…» non trovava la parola.
«Prostituta?»
Ebbe quasi un sussulto e la bocca si piegò in una smorfia, un misto di stupore e sorriso. «No», si affrettò a dire. «Una come tuo padre.»
«Partigiana?»
Annuì sbattendo le ciglia e, tendendo la mano, mi invitò a intrecciare la mia nella sua. La accontentai e risposi: «Sì, teneva i collegamenti tra i gruppi armati della Resistenza. Fu catturata dai tedeschi e in quell'occasione conobbe l'ufficiale.»
«Non conosco la vostra storia», riprese. «So soltanto chi erano i nazisti e immagino che i partigiani erano i loro nemici.»
Confermai, ma non capivo dove volesse arrivare.
«Anche da noi c'è la guerra, ma è differente», continuò cominciando a respirare a fatica. Volevo interromperla, ma non me ne dette il tempo. «È difficile capire chi combatte dalla parte giusta.»
«Loro non avevano dubbi», affermai. «Combattevano per liberare l'Italia.»
«Allora non l'ha fatto solo per sopravvivere», disse.
«Credo di no», replicai, per quanto sapessi che una risposta ultimativa non l'avrei mai trovata. «Perché dici questo?»
«Così», rispose con un sorriso amaro. Poi si scosse, avverti la stretta della sua mano farsi più forte e, cambiando tono, aggiunse: «Basci, non dovresti fare quella faccia. Tu sei un uomo fortunato, loro ti hanno lasciato qualcosa.»
In quel momento la porta si aprì e sull'uscio comparve il giovane medico. Il nostro tempo era finito, ma ora potevamo separarci senza disperazione perché sapevamo che la vita avrebbe ripreso il suo corso e non sarebbero mancate le occasioni per rabberciare le nostre ferite. A modo nostro, come saremmo stati capaci e fino al punto in cui questo sarebbe stato possibile.
《血色惨酷》
(意)布鲁诺·莫尔皆奥
李婧敬 译
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26
两个女东谈主
阿谁年青医师一直寸步不离地紧随着我,就像护士一只易碎的瓷瓶一般把我送到杰丝敏的病床前。我感到他的指尖如堕烟海地触遭逢我的手臂,令我周身疾苦。他一皆领着我,紧贴着我的形体,那嗅觉就好比一条黏糊糊的虫子在身上爬来爬去。我什么也没说,私下但愿他能甘愿让我俩在病房里单独待上一会儿。
"她不错话语吗?"我问。
"虽然不错。"
医师推开房门,把我引入病房。随后,他站在门口,瞥了我一眼说:"我给您十分钟时辰。病东谈主不成太劳累。"看到我点头甘愿之后,他关上房门,覆没了。我霎时闻到空气中迷漫着浓郁的消毒水味儿——在之前几次探视时,我对这种气息完全莫得察觉。
阳光透过大幅的玻璃窗涌入房间,映照在杰丝敏身上。她睁开眼睛看着我,胳背一动不动地搁在形体两侧。在正午阳光的衬托下,床单显得愈发洁白,而她那瘦长的胳背则显得愈加黯淡。她的背后垫着两个枕头,这使她或然微微坐起。杰丝敏一言不发,不息盯着我,仿佛要从我这儿揪出什么机要。
我拿过一把金属椅子,在她身边坐了下来。
"你好,杰丝敏。"我小声说。
她眨了眨眼皮,暴露一个浅笑,算是回话。她认出我了。
"一切都杀青了,"我不息说,"医师们说你会复原得跟过去雷同。"
杰丝敏再次浅笑起来,半开的嘴唇间暴露一瞥白皙整皆的牙齿。她的脸上写着猜忌而幸福的模样,就像一个孩子在历经危急之后又一次回到父母的怀抱里。杰丝敏是个孤儿,无法享受父母的呵护,但她却在刹那间击退了示寂,保存了我方的人命。
"我刚刚杀青一个奇怪的案子,"我告诉她,"我口袋里有一张四万欧元的支票。有了它,你完全不错再交运转生活。从现时运转,你毋庸再渺小了。"
杰丝敏第三次暴露浅笑,却照旧一句话也不说。我臆测一定是她现时的形体情状导致她话语有费力。
我伸滥觞,轻轻地搭在她的手上,看成如钢琴师抚琴般柔缓,让我想起刚才陪我进病房的阿谁年青医师触碰我形体的嗅觉。杰丝敏的眼神飞快下移,落在咱们交错的手上。随后她又抬来源,我俩四目相对。她的双眼在细长黑亮的睫毛下闪动,流暴露一股犬牙交错的热枕:也许是谢忱,也许是亲近,但更多的却是一种怀疑。
"阿谁案子着实荒谬奇怪,"我不息向她发挥谈,"想听我跟你说说吗?"
她眨了眨眼,微微动了动脑袋,流露甘愿。牢牢缠绕在头部和颈部的绷带秩序了她形体通达的幅度。
"有一个德国东谈主,奉求我寻找他的弟弟,"我说,"他父亲是德意志国防军军官,死于二战。他父亲生前曾与一个意大利女东谈主有过一段热枕,何况有了他。但当他生下来之后,他母亲就撇下他,独自离开了。他,也即是我的这个客户,在德国科隆的叔叔家长大。传闻意大利摆脱之后,他母亲与一个十分大胆的意大利叛逆通达游击队战士结了婚,并生下了第二个男儿。这个德国东谈主给我四万欧元即是为了找到他的这个弟弟。"
"那你呢?"杰丝敏吃力地问我谈。
"我完成了我的使命,把东谈主找到了。"
"收东谈主财帛,与东谈主消灾。"杰丝敏的嘴角依然挂着浅笑,却多了一点嘲讽。
她话语很而已,断断续续,嗓音也有些沙哑。看格式她按捺声息还很吃力,但她那油腻的法语口音依然很澄澈。
她想喝水。床头柜上摆着一瓶矿泉水和一只空杯子。我往杯子里倒了点水,轻轻送到她的唇边。她稍许抿了几口,抬手暗示我喝够了。当我用纸巾擦抹她的嘴唇和下巴时,她问我谈:"事情过了这样久,他为什么要找阿谁东谈主呢?"
"他想抨击。这个德国东谈主如故流露治不好的绝症了,他想在临死之前完成一件大事——抨击他阿谁同母异父的弟弟,以平息他也曾遭受的灾荒。"我停了几秒,不息说,"不外我认为他现时的见解可能如故有所改动了。当他离开的技术,我感到他内心很困惑,也许他的大怒如故形成了傀怍和缺憾。"
杰丝敏看着我,脸上浮现出一点担忧。"那你呢?"她再次问谈。
"我什么?"
"你怎样样?"
"还好。"我的口吻并不是那么确定。
"霎时多了个哥哥,有什么嗅觉?"杰丝敏直击环节。
我麻烦以对。"你怎样会……?"
杰丝敏深吸链接,勤恳发挥谈:"是你我方告诉我这个案子很奇怪的。而且四万欧元着实是太多了。咱们作念皮肉交易的,懂行情。"
"果然这样容易猜到?"我有点诧异,又有点半开打趣地问她谈。
"巴希,"她甜好意思地笑了笑,展暴露无穷柔情。"望望你的脸色就知谈了!"杰丝敏闭上眼睛,长长地舒了链接。医师说得没错,话语是会让她疲顿的。咱们就这样待了好一会儿,紧挨着,静静地,一句话也莫得说。
忽然,她冲破了千里默,问我谈:"她叫什么名字?"
"阿谁德国东谈主?"
"你妈。"
"蒂尔德,"我不假念念索地说出了母亲的名字。这个回答让我我方也吃了一惊。在我看来,她经久照旧安娜。
"她亦然……"杰丝敏一时找不到相宜的词语。
"妓女?"
她简直打了个激灵,撇了撇嘴角,暴露一个介于诧异与浅笑之间的复杂脸色。"不,"她连忙矫正谈,"一个像你爸那样的东谈主。"
"游击队员?"
她眨眼称是,并暗示让我执紧她的手。我照作念了,然后回答她说:"是的,她崇敬好几个武装抵牾组织之间的关系。自后,她被德国东谈主俘虏,并在当时意志了阿谁德国军官。"
"我不了了你们的故事,"杰丝敏不息说,"我只知谈他们是纳粹分子,而那些游击队员应该是跟他们对着干的。"
我告诉她说得没错,但我却不解白她究竟想跟我说什么。
"在咱们国度也发生过构兵,不外不雷同,"杰丝敏说着,再次运转坚苦地呼吸。我本想打断她,可她却莫得给我时辰:"很难弄了了到底哪方才是正义的。"
"那些游击队员很了了,"我向她阐述谈,"他们知谈我方是为了摆脱意大利而战。"
"这样说他们并不仅仅为了生涯才构兵的。"
"我想是的。"我知谈我方永久也找不到一个填塞明确的谜底,仅仅问她谈:"为什么要说这个?"
"正本是这样。"杰丝敏说着苦笑了一下。随后,她忽然兴盛起来。我发觉咱们的双手执得越来越紧。她换了种声调,饱读吹我说:"巴希,你不该这样精神萎顿。你很运气,他们给你留住了的好多。"
就在这时,病房门绽放了,阿谁年青医师出现时门口。我和杰丝敏孤立的时辰杀青了。但此刻,咱们再也毋庸凄怨地互相分手,因为咱们都了了地知谈生活之路依然会不息下去,咱们有的是契机来医治我方的创伤:用咱们我方的方式,就像咱们过去也曾作念到的那样,一直到病愈的那一天。